Come io ho amato voi

Stemmi Episcopali

Mons. Antonio Pavanello


Lo stemma del Vescovo mons. Pierantonio Pavanello carica le figure araldiche della torre, della stella ottagona, di una gemella, di una croce che si tramuta in bilancia e di due anelli nuziali, mentre, per motto, porta la frase del Vangelo di Giovanni (15,12), “come io ho amato voi”.
La torre richiama le figure araldiche presenti negli scudi civici di Bassano del Grappa - città natale del presule - e di Adria - sede episcopale primigena della diocesi di Adria–Rovigo - oltre a ricordare i titoli mariani della litanie lauretane “Torre di Davide” e “Torre d’avorio”.
La stella del mattino richiama, invece, Maria, che sempre lo ha accompagnato con pazienza ed affetto, come una buona mamma. La stella ottagona, simboleggia, altresì, le otto beatitudini evangeliche.
La “gemella” - termine araldico che si rappresenta con due strisce parallele, a forma di onde marine basse - simboleggia i fiumi Adige e Po che intersecano il territorio della diocesi di Adria-Rovigo.
La croce, richiama, invece, al novello presule che al centro della vita di ogni ministro ordinato e della sua stessa vita c’è Cristo, mentre la bilancia ricorda la specializzazione in diritto canonico e per molti anni l’esercizio dell’ufficio di giudice nel Tribunale Ecclesiastico.
Le fedi nuziali, infine, simboleggiano la spiritualità sponsale che il Vescovo Pierantonio ha coltivato con molte coppe di sposi in percorsi di formazione e nella Comunità di “Incontro Matrimoniale”, nonché l’auspicio di portare nella Chiesa di Adria-Rovigo uno stile “sponsale”. Alla dimensione “sponsale” si ricollega anche il motto “Come io ho amato voi”, che riprende il comandamento nuovo lasciato da Gesù ai suoi discepoli: è il programma di vita di ogni cristiano e quindi anche del Vescovo e ci indica la motivazione per cui dobbiamo amare (in Gesù morto e risorto abbiamo ricevuto l’amore di Dio) e il modo in cui amare (Gesù ci ha amato sino alla fine, donando tutto se stesso).
Lui stesso, commentando la sua nomina, aveva dichiarato: “Ho provato oltre a smarrimento anche consolazione al pensiero che il Signore, attraverso il Santo Padre, mi rivolge di nuovo la sua voce. Come a ventun anni, quando lasciai l’università per andare in Seminario, risuona dentro di me la domanda di Gesù a Pietro: «Pierantonio mi ami tu?» «Signore tu lo sai che ti amo!» Il Signore mi chiede di ripetergli di nuovo questa risposta. Lo faccio con la consapevolezza e la maturità di un lungo cammino, in cui ho potuto sperimentare che il Signore non lascia soli coloro che si fidano di Lui. Sono consapevole che la domanda “Mi ami tu” si riferisce alla Chiesa di Adria-Rovigo, cui dedico la mia vita, per dimostrargli che lo amo veramente! In questo impegno mi sento aiutato e incoraggiato dal cammino spirituale che da parecchi anni sto facendo con molte coppie di sposi. Nella condivisione con loro ho imparato sempre meglio cosa vuol dire, anche per me prete (e presto vescovo), vivere una relazione d’amore con la concreta comunità che il Signore mi affida”.
 

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